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Visualizzazione dei post da aprile, 2018

LA FANTASIA

"Da ragazzino, a scuola, mi rimproveravano di avere troppa immaginazione. Volevano farmi credere che fosse un difetto. Quando sono stato professore io, invece, premiavo gli alunni che si inventavano la trama di un libro perché non lo avevano letto." (Thierry Magniez).

CERTE VOLTE CHI SI ACCONTENTA GODE...COSÌ COSÌ.

CERTE VOLTE CHI SI ACCONTENTA GODE...COSÌ COSÌ. "Chi si accontenta alle volte gode. Chi non s'accontenta mai si corrode. Chi si accontenta troppo muore. Eppure, c'è differenza tra l'accontentarsi e l'essere felici. Alcuni accettano quel che viene, può essere un bel fatalismo positivo (alle volte accontentarsi non è la fine del mondo, è prova di maturità). Ma in altri è lasciarsi andare alla deriva, farsi mangiare dall'ignavia, non tentare nemmeno di realizzare il proprio sogno. Spesso è facile accontentarsi. Difficile è vivere per realizzarsi. È bello, quando credi in qualcosa, e se non andrà bene, non sarà la fine, ma almeno ci abbiamo provato fino in fondo, senza troppi rimpianti per i sogni perduti. Gode anche chi finge che vada tutto bene? Chi nasconde l'amarezza di una vita mal spesa? Chi sembra sorridere, e invece porta in faccia il beffardo ghigno della disfatta senza aver neanche combattuto? Ognuno ha la sua strada per cercare la felicità. È una str

VUOI SAPERE COME MI SENTO?

"Now I feel like a ghost that haunts myself. I can’t trust my instincts anymore. If at least I'd wings to flying away in the sky. I feel like a ghost fish in a bowl". "Ora mi sento come un fantasma che perseguita se stesso. Ho perduto il mio istinto. Se almeno avessi le ali potrei volare via. E invece, mi sento un pesce fantasma chiuso in una boccia". (ERA LEI/ JUST THE WAY SHE WAS. Thomas Bergen, 2009).

LA DIFFICILE ARTE DEL PERDONO

LA DIFFICILE ARTE DEL PERDONO. "Va bene, sto cercando di non prendere più nulla in modo personale. Dice il maestro mio di Arti Marziali che gli altri non fanno nulla a causa tua. E che ognuno ha un viaggio suo e un sogno suo, e dice tu pensa al tuo Giannì. E va bene. Ho perdonato mio padre che c'ha lasciato che avevo 2 anni. Ho perdonato mamma che, colla scusa che ce voleva dà un padre ce n'ha dati artri 5 in 10 anni (aò, nun se poteva fà nà scopata e basta, senza facce tribolà a me e mi sorellina!?). E poi ho perdonato Licia quanno s'è messa cò Germano l'amico mejo mio (pensa quelli peggio). E ho perdonato pure Germano. Va bene, forse se perdoni nun sei più vittima di sofferenze inutili. Ma il maestro mio c'ha 50 anni e fa meditazione, yoga e Taccituan o come se chiama. Io c'ho solo 16 anni e perciò ve dico, e vabbè ve perdono, epperò mò nnatevene tutti affanculo". (Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2014, Gianni Diktick).

Oltre l'amore c'è l'amore

"Forse è vero, e i più savi l'hanno scritto: Oltre l'amore c'è ancora l'amore. Si perde il fiore e poi si vede il frutto. Noi ci perdiamo e si vede l'amore". (Franco Fortini, Foglio di via).

La ribellione è follia.

"La ribellione viene codificata come stravaganza o follia dal potere dominante. Poiché esso non ha alcuna intenzione che avvenga il cambiamento". (M. THOMPSON NATI, Leadership for a sheep and others animals, 1996). 

LASCIANDO GLI INUTILI FARDELLI

"Sapevo solo che dovevo andarmene. Volevo andarmene. Dobbiamo tutti partire per rinascere, lasciando gli inutili fardelli". "I just know that I had to get out of here. I was going to go far away. We all have to leave to be reborn, without our burden". (T. Bergen, ERA LEI/ JUST THE WAY SHE WAS, 2009).

QUALCOSA DA CAPIRE

"Ho 15 anni ed ogni anno ho pensato: adesso sì che ho capito, ora sono pronto. Ma pronto a cosa? E che ho capito? Che avoja a capire, non si finisce mai di conoscere noi stessi. Io non lo so che cosa voglio da questa vita, sto cercando di capire. È un peccato fermarsi per eccesso di comprensione. Meglio camminare, continuando a cercare. Ogni tanto serve sbagliare per capire come si fa. I grandi hanno sempre paura che sbagliamo, ti fanno sempre v edere loro ma poi fanno tutto loro. Epperò poi si lamentano che siamo dipendenti e non sappiamo o non vogliamo fare le cose. Alle volte abbiamo bisogno di un incoraggiamento a fare, e no di essere considerati scemi o pigri. Scemi o pigri se lo diventiamo è pure colpa dei grandi. Certo, io mica chiedo di scalare la torre di Pisa di notte a occhi chiusi, ma un conto è preoccuparsi per la nostra sicurezza, e un altro è rompere sempre le palle per quello che non si può fare. Io penso che sbagliare serve pure per crescere. Tanto nessuno è perf

NON SI PUÒ SCAVARE IL CIELO

NON SI PUÒ SCAVARE IL CIELO. "Scava, scava, mi sembro sempre in superficie. Mi chiedo, forse sto scavando il cielo? O forse non c'è tanto da scavare, da capire. Tutta questa resistenza è stata inutile. È brutto quando fatichi per anni, e tutto resta tale e quale. Pretendevo di salvare mio padre, mia madre, e mi sono perso io. Poi mi sono chiuso in letargo, per 2, 3 anni, spento e rassegnato. Ma tutto questo dolore mi ha insegnato che le cose alle volte vanno lasciate andare, che non puoi farci niente. Ma mica tutto. Io posso dare ancora trantissimo alla mia vita. Mi serve un po' di pace. Non so come dire però, una pace attiva. Basta letargo, e basta pure questo vittimismo rassegnato del cazzo che ormai fa vomitare pure me. Ed è bellissimo sorridere di nuovo alle piccole cose della vita -perché ci sono- ma io non le vedevo, preso com'ero a scavare il cielo. Ho buttato la pala. Il cielo non si scava. Non so dove sto andando. In fondo ho solo 18 anni e tanta voglia di vol

LIBERTÀ O GABBIA SICURA?

"La scelta sempre più si palesò tra una rischiosa libertà ed una gabbia sicura. Tuttavia, quello che scoprii a mie spese, fu che le gabbie sicure si rivelan d'esser assai più rischiose, insidiose, perigliose. Vivere vorrei senza controllo. Il mio. È questi a soffocare speranze di libertà. Serve violenza e nuove fantasie, per trasformare la gabbia in beato oceano di perdizione infinita". (M.Thompson Nati, I paradossi dell'io, 1995).

Ma nemmeno impossibile

"Nessuno disse che era facile. Ma nemmeno impossibile. Inferno non era. E mi misi all'opera. Felice è chi affronta i problemi confidando nella sua mente per la soluzione. Felice ancor più chi riesce a condividerli con le persone care. È l'incontro dei sognatori poeti che rende gradevole ancor la vita". (M. Thompson Nati, Taccuini Verdi, 1956, su M. De Pretis).