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Visualizzazione dei post da aprile, 2015

MALSANA IRONIA DI UN BACIO RIDENS

"Ricordo il mio peggior ragazzo, per quanto riguarda le battute. Ci incontrammo al parco e mi gelò il sangue quando disse, accovacciato gagliardo sul suo t max modificato: "Per sentimento  io non intendo amore ardente, ma nemmeno scotto. Affetto, ma non affettato. Capisci tesorì?". Io stavo per vomitare, ma volli andare per l'ultima volta contro il mio istinto, che ha sempre rifuggito gli uomini senza humour. Ci baciammo quel pomeriggio, poi, furono tristi, noiosissimi, mesi di merda. Un uomo triste, la cosa paradossale erano i suoi baci (sempre sul suo cazzo di t max). Solo una volta azzardai ad aprire un occhio mentre mi baciava: Egli nel bacio ghignava i denti come una paresi. Ma ti pare che potevo stare con un ragazzo che non faceva ridere ma rideva solo quando baciava? Ps: Secondo me rideva a scoppio ritardato alle sue battute". (Memorie di un amore, 2008, A. Battantier). 

La volontà del cuore

«Mai più!» diceva imperiosa la sua volontà. «Domani, ancora!» supplicava il cuore singhiozzante. (Hermann Hesse, “Narciso e Boccadoro”). "Impariamo a sognare. Sì certo, ma nel frattempo mi fido dei fatti". (M. Thompson Nati, San Tommaso crede ancora all'amore, 1993). "L'amore è una follia che trova la sua ragion d'essere nella follia di un'altra persona. Ma quando la follia è a senso unico, quel che resta è solo la follia". (M. Thompson Nati, Amori al bar, 2005).

POSSIAMO ESSERE AMICI DEI NUMERI?

POSSIAMO ESSERE AMICI DEI NUMERI? "A me la matematica non  piace perché non la capisco. Punto. È difficile. Quando me la spiegano mi si fa una nebbia dentro. I grandi si arrabbiano, ma non è colpa mia. La matematica dovrebbe essere un gioco, come ho visto in un museo l'altro giorno. Giocavamo tutto  il tempo con un signore paziente che non si arrabbiava, e abbiamo imparato tante cose. Mi sentivo amico dei numeri, c'erano degli spazi dove capivi un po' alla volta. Dovete sapere che a me, quando non capisco qualcosa e gli altri si arrabbiano, mi si fermano le rotelle nel cervello. Invece, se mi prendi per mano, e si riparte da indietro, io riparto meglio ancora, con la rincorsa. Secondo me bisogna fare, giocare, capire, ancora fare e giocare e sarai amico dei numeri. Perché i numeri non sono una minaccia, ma amici che vivono con noi nella vita di tutti i giorni". (Memorie di un bambino, A. Battantier, 2007, contributo di Vittorino Acacia 8 anni e 1/2 ;) ).

CHI CERCA TROVA, SÌ MA DOPO.

CHI CERCA TROVA, SÌ MA DOPO. "Cercavo sempre emozioni nuove. Vivere a mille, con il pepe al culo e nel cervello. Ci ho messo 20 anni per capire che più cerco e meno trovo quel che cerco. Adesso è così, l'importante è non accettare il cellophane intorno al cuore. Intanto, si può togliere il cellophane tornando al mare, sola, a fare una passeggiata. La passeggiata è reale, la sabbia, il mare è reale, esistono, esisto io, la vita nuova possibile che ricomincia a battere. E non perché glielo chiedo io. Perché, ritrovando me stessa, cerco quello che trovo, trovando quel che non pensavo di poter cercare: la serenità. Siamo lenti ad accettare i cambiamenti, eppure, meglio tardi che mai!". (SGAB 2015).

Riesco a sentire la mia paura

Riesco a sentire la mia paura. "Oggi non so se sono meno paranoico, ma riesco a sentire la mia paura ed il mio dolore che riesco meglio a padroneggiare. Io sono lo stesso di prima. Solo che adesso esiste uno sfogo. Non resta tutto dentro me: va in giro ed io posso muovermi più leggero" (J. Lennon)

LA CORAZZA DELL'ANSIA

LA CORAZZA DELL'ANSIA. Anche io una volta sono stato male. Avevo la corazza, la corazza dell'ansia. Pensavo che bastasse parlare con amici fidati, ma poi ero arrivato a parlare con sconosciuti incontrati per strada, alla fermata della metro. Ho capito tardi (ma non troppo tardi) che è meglio parlare liberamente con uno sconosciuto, ma che questo sconosciuto sia il tuo psicologo. Non sto facendo sviolinate, infatti con il mio psicologo io ci litigo, lo odio e lo maledico, poi dopo, capisci l'utilità dell'odio...e dell'amore. L'autostima era il mio problema, la superficie. Scava scava chi ti carica di stima nei primi anni di vita? Il padre e la madre. Ecco il problema. Sentirsi capito, compreso, creduto, a me è successo esattamente il contrario e di questo mi sentivo pure in colpa. Resta il fatto che all'inizio pensavo "non c'è niente da fare". Mi ero rassegnato a rimanere sempre in perenne ansia da vita, anzi, ansia da viltà, scusate il gioco d

L'ORA È NELL'OCCHIO DEI GATTI

L'ORA È NELL'OCCHIO DEI GATTI. "Un giorno un ragazzo elegante camminava frettoloso per le vie di un mercato e, accorgendosi di aver perso l'orologio, chiese, ad un'anziana filatrice di lana, che ora fosse. L'anziana, placida rispose: "Attendete, tra poco passa il mio gatto!". Il ragazzo, sorpreso e, quasi infastidito, stava per andarsene sbuffando quando, da un vicoletto buio, sbucò un grosso gatto bianco e nero che saltò dritto dritto sulle gambe della sua umana, accoccolandosi nella gonna. L'anziana, teneramente, gli prese il musetto e fissò negli occhi il suo gatto. Poi, disse al ragazzo: "È quasi mezzogiorno". Ed era vero. Perché nei gatti si legge l'ora del mondo, di giorno o di notte, un'ora che non si misura, immobile e veloce, è l'ora dell'eternità". (Memorie di una fiaba, 2007, Andrea Battantier, leggendo Ch. Baudelaire, Le Spleen de Paris, Petits poèmes en prose, 1864).

Un uomo e una donna

Amore e disillusione allo stesso tempo. Questo gran rifiuto che io sento, non so se è un odio esagerato o un grande vuoto, o addirittura un senso di sgomento, di disgusto che cresce, che aumenta ogni giorno. Mi fa male tutto quello che ho intorno. Poi ci siamo noi un uomo e una donna con tutte le nostre speranze e le nostre paure. Che fatica ogni giorno. E poi, e poi, e poi...non ho più voglia di parlare. (Memorie di una canzone, GG).

Riparti

"Considera le buone cose che albergano in te. Riparti da esse, sciogliendo con l'esperienza le debolezze di ferite passate". (Lao Bu-Shem).

AVEVAMO 16 ANNI, SI BEVEVA PER DIMENTICARE. MA COSA?

 Si cominciò a bere per lasciarsi andare, per sentirsi del gruppo, perché lo fan tutti, per dimenticare. Ma de che? Che devi dimenticare a 16 anni? La noia prima che uno muoia? Perché se sei triste pensi che non sarai mai felice, e quando sei felice che tanto poi sarai triste. Io e Chicca abbiamo iniziato a bere presto, per farci notare, per andare contro i nostri genitori che non ci hanno mai cacato e che si preoccupano solo della figura in società. Prima dov'erano me lo spiegate? È bello avere l'attenzione di qualcuno, ma tanto è sempre un surrogato, se non hai avuto l'attenzione più importante: quella di mamma e papà. Ma no l'attenzione dei soldi e dei vestiti. Anche quella di farci fare le cose insieme, anche lavorare con loro, prima che ci dicessero: "non fate niente". È pure colpa dei grandi se un piccolo non fa niente. Io a mio figlio lo farò apparecchiare e rifare la stanza a 3 anni. Ed è sempre troppo tardi. Siamo giovani, e soli, e già mezzi morti d

IN QUEL MOMENTO SAREMMO LEGGERI

"Se tu fossi una pietra piatta, vorrei scagliarti nel mare e farti rimbalzare tante e tante volte e poi sprofondare pietra con te, ed affondando in quel momento saremmo leggeri". (M. Thompson Nati, poesie del mare, 1990/1991).

San Francesco e il mio cane

"Era sul far della sera, preso dal mio nuovo saggio su San Francesco. Studierò, scriverò -pensavo- procedendo verso questa meta altissima: San Francesco. Ch'era lassù, distante ed altissimo, nella sua luce ideale e perfetta. Ad un certo punto, sorse in cuor mio un dubbio: Ma quanto è distante e lontano questo Francesco ideale! In realtà, mi resi subito conto che l'ideale francescano era vicinissimo, affianco a me. Infatti, vicino a me, c'era il mio cane; se avessi rivolto una carezza affettuosa a quella creatura di Dio, avrei già, immediatamente, realizzato l'ideale francescano, rendendo felice l'umile creatura, cioè il cane. Lo feci in un attimo, e il mio cuore fu pieno di gioia". (Padre Tosca Panunzio. Riflessioni in merito al Beato Ricardo, 1950). 

LA FIDUCIA. INIZIAMO AD AMAR NOI STESSI

LA FIDUCIA (TRADITA). INIZIAMO AD AMARE NOI STESSI. Quando non sei amato per troppo tempo, non ti fidi più, e preferisci stare solo. La fiducia è l'incontro tra i risultati passati e le nostre aspettative future. La fiducia è rassicurante, rende un rapporto amorevolmente prevedibile (non scontato). Ma quando il destino sembra essere deciso, e la disperazione ammanta una storia finita, occorre ricordare che la solitudine non è necessariamente stare soli. È il tempo che ci è dato per capire, allontanandosi da facili pretesti d'accusa agli altri. Gli altri, sì va bene, ma noi dov'eravamo? Possibile che siamo sempre noi i poveri agnellini sacrificali? Però, chissà, magari quando sbagliavamo non ce ne accorgevamo. Forse fummo i primi a non amarci, a riporre troppo ideale in testa a chi non meritava, o non poteva, o non voleva. Termina l'idealizzazione quando si vedono nell'altro tutti i difetti, ma siamo sicuri che prima fosse tutta meraviglia? Proviamo a scovare e a sc

The miracle of love. Il miracolo dell'amore

Quanti dolori cerchi di nascondere in un mondo di illusioni. Quando aprirai il cuore il tuo mondo di briciole svanira’ nel nulla. Quando aprirai la mente scoprirai qualcosa che hai sempre sognato di trovare: Il miracolo dell’amore. (Eurythmics, il miracolo dell'amore).

FIDUCIA in noi stessi e VACCINO N: contro i NARCISISMI di tutto il mondo.

FIDUCIA in noi stessi e VACCINO N: contro i NARCISISMI di tutto il mondo.  Quando crediamo troppo in noi stessi, è facile cadere giù, spinti nel vortice dell'autodistru zione "amorosa". L'eccesso di sicurezza gonfia oltre modo l'orgoglio ("Io non posso perdere!", "Io ti salverò", " Noi noi e solo noi, siamo la coppia più bella del mondo") e ci chiude gli occhi e la mente ai segnali del mondo reale. Ma quando crediamo in noi stessi, senza strafare, sulla base di dati di realtà, il narcisista non riesce a farsi amare, ad ammaliarci, a farci ammalare. Non ce la fa, nonostante le sue abili armi di seduzione e distrazione di massa. Questo meglio lo comprende chi ha sofferto le pene dell'inferno, e si guadagna, sul campo di battaglia, il vaccino N. Chi è vaccinato non perde più il suo tempo, chiude subito il contatto, sfanculando, senza attendere pericolose mosse di accerchiamento dell'io. Il narcisista tenta le sue carte, ma, rico

La dignità

"Mi hanno licenziato, andrò in pensione tra 16 anni, non trovo lavoro, e sono molto arrabbiato. Rottamato a 50 anni, e sento parlare dei buoni vigneti dei politici, e di soldi grossi che girano in Italia, per gli amici degli amici. Hanno distrutto la mia dignità. Ma non del tutto. È ancora viva la mia dignità. Poca cosa ma rido quando penso ai politici che vendono da anni scampoli della loro dignità. Inutilizzata. Vero affare. Astenersi perditempo. Solo amici degli amici”. (Italien Néandertalien, A.Battantier, 2015, contributo di Umbe resiste ).

Come si uccide l'amore?

"AMORE: NON TUTTE LE VERITÀ SONO PER TUTTE LE ORECCHIE. "Come si uccide l'amore? L'amore, talmente naturale che sembra impossibile reprimerlo. Non si riesce a pensare ad altro. Come è possibile cacciarlo via dalla mente e dal cuore? Come si fa ad elaborare un lutto amoroso? Forse, prima di elaborare un lutto amoroso, occore "uccidere" l'amore. Finché l'amore è ferito, e addirittura lo si cura, non si può elaborare un bel niente,  Forse adesso è così. A ciascuno il suo tempo. Si dice che: 'non tutte le verità sono per tutte le orecchie'. Figurarsi allora una scomoda verità per il cuore e...per l'orgoglio". (Memorie di un amore, 2015, una Walkiria imperfetta. A. Battantier).

La gioventù a qualsiasi età

"Vecchio è colui che ha smesso di essere giovane dentro. Le passioni, la curiosità, flessibilità ed apertura mentale, rinnovano la gioventù a qualsiasi età". (La percezione della vecchiaia e della morte, e riderci su, A. Battantier, 2010).

Piante grasse

PIANTE GRASSE. "Ho messo acqua alle piante grasse. Possono resistere per mesi e so che mi aspettano senza morire. Mi accorgo di non poterne fare a meno. C'è un alone di vita al centro di ogni vaso. Mi fanno felice quando le innaffio. Ma non si abbattono se io non torno in tempo da un piccolo viaggio. Sono indipendenti, non hanno bisogno di me, semmai io di loro. Ne ho bisogno, ho bisogno della loro sicurezza e caparbietà, del loro sapersi accontentare. Le piante grasse impediscono a me di morire di sete". (A. Battantier, 1996).