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Visualizzazione dei post da settembre, 2008

Credere in me

Il senso forse è lei che sembra già più grande, grande più di me. Forse è questa vita che mi guarda con quegli occhi blu ed un sorriso non finisce più. Non lo so, come posso io spiegare se non so il perché? Questa vita non aspetta, e se non sali in tempo, te lo fa il dispetto sai di farti perdere il diretto. E non ricordo se il mio cuore ha mai battuto il tempo tuo. Ma forse non ha mai battuto. E forse sono vivo solo per immaginare te che te ne vai senza cadere, e senza ormai più credere, credere in me.

Carlo Chicchessia: Quando soffrivo di attacchi di panico (51A, imprenditore)

Sono sempre stato un tipo tranquillo, carino, con me si trovano tutti a loro agio...tranne me. Da solo balbetto e mastico le mie parole, eppure in pubblico no, mi sforzo di parlar lento e adagio mi faccio capire. Mi sudano le mani ed i piedi. Tengo, come tutti, i piedi nelle scarpe e quindi nessuno se ne accorge. Tengo le mani in tasca e le sfrego prima di salutare chicchessia. La prima volta? Sudorazione, tachicardia, oppressione dell'anima o dir si voglia, terrore di morire ora, adesso, ecco, all'improvviso. In ascensore. Non vennero i soccorsi ma Furvietto, il portiere dello stabile 43. Ok, faccio le scale, ed invece, di nuovo, ancora una volta tornando a casa, a piedi. Fisicamente, lo accertai, non avevo niente, eppure, ad ogni esame andato bene, aumentava la paura di star male. Non si può capire, ed ho capito negli anni (3) che solo chi aveva il mio problema potesse rinfrancarmi (ed io a loro). Poi ho capito che forse dietro c'era qualcosa. Io non sono bravo a scriv

Ansiosi di tutto il mondo unitevi!

“So che non è molto, ma solo lo 0,000002% degli ansiosi muore. Di ansia non si muore mai. Semmai, si vive male. Ma questo è un altro discorso”. (Mario Thompson Nati, frammenti dall’intervista di Wageningen, Olanda, 2005, ed. battar)

IL PAPA’ E LA MAMMA

(Guida x i neonati quando saranno grandi) I genitori accompagnano i figli per la prima volta al mondo. Un lavoro in più per chi voleva starsene tranquillo a fare ancora il figlio, me ne rendo conto, perché, quando nasce un figlio, muore il tempo libero, che già prima non è che se la passasse troppo bene. Prima ancora di essere buoni genitori ci si chiede: ma chi sono io? E’ tutto vero? Comunque è un’ottima occasione per venire a patti con il proprio narcisismo. Consigli:  Papà: datti da fare! La pacchia è finita. Mamma: Va bene così ma un occhio di riguardo per il vostro compagno. Vi sembrerà di aver partorito 1 figlio in più (ed è pure geloso!). Ricordate una cosa: i maschi adulti sono semplici e gli basta un fronzolo, una carezza ogni tanto, un conforto 5 minuti al giorno: E ditegli “Si’”3 volte al giorno, prima e dopo i pasti. SI sentirà maggiormente coinvolto e risparmierete i soldi del terapeuta di coppia. ("IL PAPA’ E LA MAMMA:Guida x i neonati

Piccole regole per provare ad essere felici

Gianni e Sofia (16 e 17A) ci mandano alcune regole che stanno (con fatica) provando a seguire: 1. Cercate da liberare il vostro cuore dall’odio 2. Liberate (almeno un po') la vostra testa dalle preoccupazioni 3. Cercate di vivere con più semplicità 4. Date di più 5. Aspettatevi di meno.

L'anima

L'anima, bisogna sapere come utilizzarla. Solo chi ha l'anima non la utilizza. Ce l'ha e basta. Cosa me ne faccio oggi dell'anima? L'ho pagata pochi soldi, e la mia è un buco nero. Le cose scompaiono dentro, le idee e le persone. Ma io non voglio dimenticare, dimenticarmi di me, ed ecco che l'anima alle volte restituisce, i corpi e le altre anime perse nel vuoto tra lo stomaco e il cuore. Un altro viaggio dentro, verso luoghi impervi e scuri. Eccomi. Mi sto facendo sentire.

Arturo

Arturo decadeva giorno a giorno e non risorgeva. Era snello e nell'urto si sarebbero sentite le ossa. Arturo era un uomo intero, uno stelo, un filo di pensiero, un litro di buon vino andato a male. Arturo non strillava, a cadere era abituato solo, non era abituato a rialzarsi. Arturo decadeva verso il nulla e intanto si sentiva re. Lo spago non ha peso senza rotolo. Arturo è morto illeso ha perso un turno e non è ripartito, Arturo.

Biscotti (Amerigo, 46A)

Un ricordo. Mia madre mi diceva: "Non fare colazione con troppi biscotti". Riempivo la tazza di biscotti. Cosa intendeva per "Troppi"? Non lo diceva. Ed io, che ne frantumavo con pollice ed indice una trentina (troppi?) scendevo il giorno dopo a 25. E lei diceva: "Non fare colazione con troppi biscotti". Ed io, malvolentieri, passavo a 23, 21, 20, 19 e via scendendo di numero. Per lei erano sempre troppi, ma non diceva mai il numero. Alla fine delle medie, dopo l'esame (portai la scoperta dell'acqua su Marte), smisi di mangiare biscotti, ma anche tutto il resto, ad eccezione di ananas e gelato allo champagne. Un anno dopo ripresi a mangiare 1 biscotto, poi 2, 3, 5, 7, 10, in quell'unico modo che avevo per farla franca: in silenzio, lentamente. E infatti non se ne accorse. Arrivai a 20 biscotti al giorno. Verso i 18 anni tornai a 30. Quando mia madre scomparve, decisi per sempre di smettere di mangiare biscotti. Anche perché era lei che me li